30 Dicembre

Penso molto spesso al tempo: così veloce ed imprevedibile che è difficile raggiungerlo e prevederlo. La settimana sembra non passare mai, e poi il sabato arriva immediatamente, e con lui anche la domenica, e poi è già di nuovo lunedì. E questo si ripete ogni volta, ogni settimana, ogni mese, finché non si arriva a un anno. E di anno in anno ci si rende conto di quanto tutto sia passato in fretta, di come il tempo ci faccia crescere, di ciò che ci regali e di quello che invece ci porta via.

Ogni anno, oggi, ognuno di noi fa un resoconto di sé e dell’anno che sta per finire: è stato bello? È stato un pessimo anno? Rispondiamo a queste domande senza però porci quelle davvero essenziali, ovvero: quale è stato il momento che per me ha contato di più? Quale è stato l’attimo più importante? Ricordiamoci tutte le cose belle di noi, delle persone che abbiamo accanto, dei bei ricordi. Impariamo dagli errori e dai momenti bui, ma cerchiamo anche di imprimere nella nostra memoria le cose che davvero ci hanno fatto stare bene. Tutto questo sarà un valido insegnamento per l’anno che verrà.

Ricordiamoci che meritiamo di essere felici, ogni giorno. Il tempo può magari abbatterci alle volte, ma arriveranno periodi migliori, in cui quelle giornate buie e tristi saranno solo un lontano ricordo, o forse, ce ne saremo già dimenticati.

Quindi, buon anno nuovo a tutti voi! Costruite i vostri ricordi con amore e serenità, e ricordatevi che il tempo è capace di fare grandi cose, come far arrivare dei momenti migliori.

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Lettere e parole.

“Ma quand’è che scrivi?”

Non è questione di essere ispirati. Si tratta del fatto che quando ho in mano una penna e un foglio, oppure sono davanti al pc, le dita automaticamente cominciano a ticchettare sulla tastiera, producendo suoni ripetitivi che prendono vita attraverso lo schermo, accostando le lettere una accanto all’altra. Hanno forma, respirano. Le parole cominciano a svegliarsi, e sbadigliando, piano pianino cominciano a guardarsi l’un altra, si salutano. Chiacchierano, si chiedono cosa facciano lì, che cosa stiano creando insieme a me. E così si impegnano: ognuna se ne rimane lì orgogliosa, gonfiando il petto in bella mostra, a dimostrare tutto il suo significato. In posa, si lasciano accarezzare dagli occhi e dalla voce che le leggono. Tutto per loro ha di nuovo senso, ha di nuovo uno scopo. Comincia a ricrearsi un mondo solo grazie a loro.

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Esercizi di scrittura.

Mi piace davvero tanto scrivere. Però ogni volta che scrivo mi rendo conto che non riesco ad usare le parole come vorrei. Mi piacerebbe essere una scrittrice, trovare il mio libro in libreria, o, ancora meglio, vedere qualcuno in un bar che si gode una cioccolata calda in compagnia del libro scritto da me. Purtroppo non riesco mai a scrivere bene come vorrei, come sono bravi gli autori di cui leggo i libri. Allora cerco di leggere ancora di più, di imparare a dipingere le emozioni con le parole, e poi mi esercito con la scrittura.

Alcuni pensano che scrivere sia facile e che ognuno di noi possa farlo. Bè, in parte questo può anche essere vero, ma, io mi sto riferendo a quel tipo di scrittura che riesce a toccarti il cuore, a farti vedere le parole in maniera reale e vivida, ad immergerti completamente in quella storia, a rimanere ore ed ore a leggere senza riuscire a fermarsi un momento, a piangere alla fine del libro. Io vorrei imparare a scrivere così. Vorrei che qualcuno leggesse le mie storie, le mie parole, e poi si commuovesse. Vorrei far provare ad un estraneo un’emozione e colpirlo gentilmente in profondità, magari scuoterlo e renderlo più consapevole.

Molto probabilmente non diventerò mai una scrittrice famosa, ma io nel mio piccolo un po’ scrittrice mi ci sento. Uso le parole per essere più serena e provo a descrivere i miei pensieri, perché forse qualcuno può trovare qualche spunto nel leggerli, sorridere o anche, perché no, annoiarsi (anche la noia non va dimenticata, bisogna scrivere anche per lei…).

Insomma, ci provo. Sono tutti esercizi che spero mi servano. L’importante per me, è continuare a scrivere per rendermi serena, ma se riuscissi a rendere sereno anche qualcun altro, ciò mi renderebbe davvero felice. Chissà…

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Siamo fatti di ricordi.

Ognuno di noi ha esperienze diverse, conosce molte persone nella propria vita e tutte riescono a donarci qualcosa. Ogni persona che incontriamo ci lascia un’emozione, bella o brutta che sia. Chiunque può farci crescere e migliorare. E così poi il tempo passa, e ci accorgiamo solo a volte, in brevi attimi, quanto quella determinata persona ci abbia fatto del bene, in ogni caso, perché anche chi è arrivato nella nostra vita e ci ha fatto soffrire, poi, una volta che avremo compreso qual era davvero stato il motivo per cui l’abbiamo incontrato, riusciremo a capire che anche le persone che ci hanno portano via la serenità, in fondo sono servite a qualcosa. Non sarà facile capirlo subito, anzi, molto probabilmente lo capiremo dopo anni e anni in cui continueremo a soffrire e ricordare sarà doloroso. Ma quando poi avremo la consapevolezza che anche quel brutto incontro in realtà aveva senso perché dovevamo capire qualcosa di noi e del nostro cammino, sarà tutto più facile e tutto diventerà più chiaro e luminoso.

Il fatto è che siamo fatti di ricordi. Ogni volta che parliamo di qualsiasi cosa, la nostra memoria si attiva, e ci fa comparire in mente dei piccoli schermi con il filmino dei nostri ricordi. Continuiamo a parlare, e il filmino continua ad andare avanti. Magari poi le parole diventano più difficili da pronunciare, perché il ricordo è impegnativo, ma anche ricordare ci aiuta ad essere più consapevoli.

I ricordi sono ciò che abbiamo, viviamo per creare e custodire ricordi. Alla fine, siamo tutti fatti di ricordi e noi stessi facciamo parte dei ricordi di qualcuno. Dobbiamo pian piano imparare ad essere un bel ricordo di qualcuno, e soprattutto, sapere che meritiamo di essere il suo miglior ricordo.

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L’abbraccio dei libri.

Avevo un po’ di tempo libero oggi in mattinata e stavo quindi passeggiando lungo le vie di questa città. Guardandomi intorno ho notato che un altro negozio aveva chiuso, ed un altro invece aveva aperto al suo posto. Meraviglia delle meraviglie, era una libreria. Certo, era una libreria di quelle nuove, moderne, che fanno parte di una grossa catena di negozi, ma era pur sempre una libreria.

Non c’è nemmeno stata un po’ di tentazione: appena l’ho vista, sono entrata. Il caldo tepore mi ha accolta, e sono stata subito inebriata dal profumo dei libri appena stampati. Ho cominciato a camminare attorno agli scaffali ed ogni tanto accarezzavo un libro, quello che mi sembrava meritasse la mia attenzione. L’atmosfera era così tranquilla, rilassata. Tutte le persone erano dolci, pacate, e la musica classica coronava il momento come il più tranquillo dopo tanto tempo.

Sembrava di essere in un universo parallelo, dove i minuti erano dilatati e tutto andava più lento, accompagnato da una leggiadra serenità.

Dalle vetrine guardavo la strada e mi accorgevo della differenza fra dentro e fuori. Freddo e caldo. Velocità e lentezza. Agitazione e calma.

È stato un momento così…l’unica cosa che mi viene in mente per descriverlo è: “abbraccio”. È stato un abbraccio. I libri mi hanno abbracciata, le loro parole  mi si avvicinavano sincere e confortanti. Tutto era magico e mi sono sentita davvero così leggera e vuota. Vuota da qualsiasi pensiero e sensazione. Il mio corpo non pesava più, ero una bolla di sapone che piano si fa cullare dalla brezza, ero una pagina che balla col vento.

Le librerie sono il luogo più sicuro del mondo. Sono il mio luogo, il mio rifugio.