Quella melodia mi stava accompagnando da giorni. Quei violini e quel pianoforte erano sempre con me. Leggevo e la sentivo. Camminavo per strada e la sentivo. In tram, la sentivo. Nei negozi, la sentivo. C’era un ragazzo che suonava la chitarra in piazza: cantava, e davanti a sé aveva messo la custodia dello strumento per avere qualche spicciolo. E mi sembrava che anche lui stesse suonando quella melodia. Era nella mia testa da giorni. Sapevo che fosse un segnale. Niente è a caso, tutto ha un senso. Quella musica che si stava pian piano facendo spazio dentro di me voleva comunicarmi qualcosa. La sua presenza, così costante, stava diventando un nuovo amico che tentava di darmi un consiglio, di aprirmi gli occhi in modo sincero ed onesto. Alle volte ci vuole proprio un segno, un dettaglio, per capire certe cose della vita. Spesso sono così grigie, sfumate, ed è così difficile riuscire a vederle in maniera limpida e sapere ciò che esattamente si vuole. Oppure, non si vuole dare ascolto a ciò che il proprio cuore sente, e si va avanti pensando che ciò che dice la testa è la cosa giusta. Ma prima o poi il cuore si rifà sentire, e ti fa capire in tutti i modi qual è la strada giusta da prendere. Che tu lo voglia o no, il cuore ha sempre la meglio sulle nostre decisioni razionali. Bisogna fare attenzione alle piccole cose, ai dettagli, ai segnali che la vita ci suggerisce, e tradurli, comprenderli grazie al nostro cuore. E’ lì che si trova la risposta a tutte le nostre domande, ai nostri dubbi e alle nostre incertezze. Bisogna avere cura del proprio cuore, è lui che ci guida. Chiudere gli occhi, dimenticarsi di tutto, respirare piano e ascoltare il battito del cuore. Tu-tun, tu-tun, tu-tun, tu-tun. E’ come il codice Morse, solo che solo noi stessi possiamo capirne il significato.
Sapevo dunque che quella melodia fosse un segnale, mi stava dicendo qualcosa. E così, mi misi in ascolto, rilassata. Chiusi gli occhi, e mi ritrovai sdraiata in una spiaggia dalla sabbia dorata, con le coste alte e ricche di arbusti verdi. Non c’era nessun altro. Potevo godermi la morbidezza dei granelli di sabbia che facevo scorrere fra le mie dita ed il suono del mare che mi accompagnava. La temperatura era ideale, non faceva troppo caldo, e riuscivo così a concentrarmi sul battito del mio cuore. Tu-tun, tu-tun, tu-tun, tu-tun. Sorrisi.
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